IL FOOD MADE IN BASILICATA: L’AGROALIMENTARE LUCANO DI QUALITA’

Il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia per un valore di 580 miliardi di euro nel 2022
nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi energetica scatenata dalla guerra in
Ucraina.

Il Made in Italy a tavola vale oggi quasi un quarto del Pil nazionale e, dal campo alla tavola,
vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie
alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una
rete diffusa lungo tutto il territorio che quotidianamente rifornisce i consumatori italiani ai
quali i prodotti alimentari non sono mai mancati nonostante pandemia e guerra.

Non a caso con un balzo del +16% è record storico per le esportazioni alimentari Made in
Italy nel 2022 anche se a preoccupare sono gli effetti del conflitto in Ucraina con i rincari
energetici che stanno colpendo i consumi a livello globale.

Una situazione che mette in difficoltà un’agricoltura che è la più green d’Europa con la
leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg
riconosciute (319), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali . L’Italia è il
primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta
mediterranea . Stessa identica situazione per quanto riguarda la frutta primeggia in molte
produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle
nocciole fino alle castagne.

L’intera filiera dell’agroalimentare italiano dalla produzione agricola all’industria di
trasformazione sino alla grande distribuzione sta infatti subendo ingenti danni derivanti dalle
attuali pressioni economiche determinate dai prezzi dell’energia con valori 10 volte maggiori
di molti concorrenti esteri. Nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i
combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre i consumi indiretti ci sono quelli che
derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica .Il comparto
alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica,
per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e
vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di
lavoro (cit.Fonte Coldiretti)
Il food made in Basilicata è caratterizzato da una grande presenza di prodotti e produzioni di
significativa qualità , grazie alle vaste zone montuose della regione l’attività casearia è molto
attiva, troviamo ottimi formaggi come il pecorino di Filiano DOP, il canestrato di Moliterno
IGP, il caciocavallo podolico DOP. Il territorio offre anche oli extravergini molto pregiati
come quello prodotto con oliva majatica.

Anche la produzione ortofrutticola è fiorente trai prodotti tipici agricoli ricordiamo i fagioli
di Sarconi IGP, i peperoni di Senise IGP . La produzione artigianale nel settore alimentare ci
regala prodotti tipici inimitabili come la pasta e il pane di Matera IGP.
Notevole importanza rivestono anche i Prodotti Agroalimentari Tradizionali ( PAT) della
regione Basilicata che ad oggi si attestano intorno alle 210 realtà censite.
La Basilicata è rurale o meglio è terra rurale dalla vocazione millenaria , è un mondo dove
tutto è autentico, dai prodotti della terra, all’ospitalità, dalle tradizioni, al cibo, fino alla storia
e alla cultura.

La ruralità è un’opportunità per il nostro territorio, che può tra l’altro favorire lo sviluppo
delle aree interne e contribuire a contrastarne lo spopolamento.
Occorre utilizzare l’agricoltura e l’agroalimentare come catalizzatore di uno sviluppo
intersettoriale, necessario a riportare nelle aree rurali interne un’organizzazione sociale e di
servizi che garantisca condizioni di vita soddisfacenti alle popolazioni, in particolare alle
fasce più giovani ed alle famiglie. Si tratta quindi di ricreare non solo condizioni di vantaggi
competitivi in termini economici, ma di attrattività sociale e culturale di queste aree.
Noi siamo proiettati al futuro, perché non c’è un futuro senza agricoltura, senza ruralità e senza innovazione.

Dottore Agronomo Giovanni Padula

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